Il Museo

Il concept


Di tutte le chiavi razionali servibili come ispirazione espositiva, è parso opportuno e adeguato impiegare l’idea del viaggio come impresa scientifica per la progettazione del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pavia. Questa cifra può comunicare al meglio l’idea della ricerca e della conoscenza scientifica nella loro declinazione storica - intese anche come avventura - oltre a rendere possibile modalità espositive che racchiudano compiutamente la dimensione narrativa e romanzesca della ricerca umana sul mondo naturale.
La radice storica di tale scelta trae origine dall’attività di Lazzaro Spallanzani, fondatore nel 1771 dello storico Museo. Uno degli aspetti più rilevanti della sua metodologia di ricerca fu proprio l’idea del viaggio esplorativo come base della conoscenza della natura. Riprodurre in laboratorio i fenomeni naturali in condizioni controllate era certamente una via maestra verso la conoscenza, tuttavia non meno valore rivestiva agli occhi di Spallanzani la diretta osservazione della natura. Così, con gli anni, il viaggio scientifico diventò una parte fondamentale del suo metodo d’indagine, un “laboratorio a cielo aperto”. Il viaggio dunque era l’espressione della sua spinta continua a osservare e studiare il mondo, una caratteristica del suo modo di rapportarsi alla natura.
Si trattava ovviamente di uno spostamento nello spazio geografico ma, secondo Spallanzani, era soprattutto un percorso nella natura in tutte le sue dimensioni: in altezza nei fenomeni atmosferici e metereologici, in profondità per mezzo delle reti da pesca che potevano sempre svelare meraviglie, nel tempo lungo percorsi geologici e paleontologici che si aprivano continuamente con tutte le loro suggestioni. Le escursioni scientifiche creavano delle straordinarie possibilità allo studio della natura, dilatando gli orizzonti d’osservazione, creando nuove opportunità di sperimentazione, assicurando il desiderio di superare le barriere di spazio e, indirettamente, anche quelle di tempo. Ben prima di Alexander von Humboldt, Spallanzani concepiva il viaggio come un’impresa scientifica, esperienza di ampliamento delle possibilità di acquisire conoscenza, moltiplicazione delle probabilità di incontro con fenomeni sconosciuti.
Direttamente connessa alle idee di Spallanzani, è la scienza naturalistica dei secoli successivi legata principalmente ai nomi di Alexander von Humboldt e Charles Darwin. Attraverso le esperienze scientifiche maturate durante i loro epici viaggi di studio si è sviluppata da un lato l’idea della profonda interconnessione fra tutti gli esseri viventi - e dunque il concetto di ecologia del quale Humboldt è riconosciuto antesignano - e dall’altro l’idea di evoluzione, giunta al suo pieno sviluppo nella mente di Charles Darwin dopo il suo lungo periplo del mondo sul brigantino Beagle.
Il viaggio, dunque, come strumento per illustrare la variabilità della natura e come ponte tra due mondi, quello scientifico e quello dell’immaginario. Il viaggio è al contempo esplorazione, conoscenza e appropriazione di spazi geografici, scientifici e mentali.
Vi è in questa idea espositiva una potenzialità notevole per esprimere da un lato il fascino della natura, dall’altro le acquisizioni scientifiche più straordinarie, con la possibilità di gettare uno sguardo sulle grandi problematiche globali del mondo attuale (cambiamenti climatici, estinzioni delle specie, impoverimento della biodiversità, depauperamento delle risorse).


Il percorso espositivo

Sala 1 - La fabbrica dei corpi

Nel Settecento le scienze naturali si sono caratterizzate per lo studio della struttura corporea interna degli esseri viventi e per la visione del viaggio come esplorazione scientifica. La sala è dedicata all’importanza del “viaggio nel corpo” per gli sviluppi della ricerca naturalistica.

Sala 2 - Spallanzani. Esplorare la natura

La prima sala si concentra sul concetto di viaggio, un elemento importante nel percorso scientifico di Spallanzani. Egli concepiva l’escursione scientifica come un mezzo conoscitivo indispensabile per acquisire nuove conoscenze, importante anche per arricchire la dotazione del museo pavese.

Sala 3 - Spallanzani. Svelare la natura

La curiosità scientifica di Spallanzani emerge chiaramente dall’attenzione prestata ai fenomeni naturali più misteriosi e indefiniti.

Sala 4 - Spallanzani. Mostrare la natura

Nel 1769, appena stabilitosi a Pavia, Spallanzani diede avvio al Museo di Storia naturale che divenne in pochi anni uno dei più ricchi e apprezzati musei naturalistici d’Europa. I musei settecenteschi erano una sorta di microcosmo dove si potevano ammirare pezzi rari ma che, a differenza delle seicentesche ‘camere delle meraviglie’, erano concepiti e ordinati con un preciso criterio scientifico-didattico.

Sala 5 - Il mondo in ordine (Linneo)

I reperti dei musei naturalistici sono intimamente legati al concetto di viaggio, alla base della loro stessa esistenza all’interno delle collezioni. In alcune teche saranno esposti oggetti e preparati utili a mostrare il lavoro del naturalista, facendo emergere convergenze e differenze tra il passato e il presente di una professione che da sempre incuriosisce anche i non addetti ai lavori. Si proporranno esempi dei diversi tipi di preparazioni di animali, a volte al confine tra la scienza e l’arte (tassidermia, preparazioni a secco e in liquido, ceroplastica).
Una parte sarà dedicata alla figura di Linneo che, nel Settecento, formalizzò la classificazione scientifica riuscendo a dare un ordine razionale alla natura.

Sala 6- Il mondo sconosciuto (Humboldt)

Nell’Ottocento il viaggio naturalistico ebbe un grande impulso: con le spedizioni intorno al globo le conoscenze si ampliarono, così come le opportunità di raccogliere reperti per le collezioni museali. La sala intende raccontare come, a partire da alcuni importanti viaggi, in primis quelli compiuti da Alexander von Humboldt, emersero due concetti fondamentali, la biogeografia e l’ecologia. Humboldt diventò un punto di riferimento per i naturalisti suoi contemporanei e per le successive generazioni, una figura carismatica di cui sarà ripercorso il viaggio nel Sudamerica. Le spedizioni del naturalista tedesco saranno lo spunto per illustrare anche le vicende di altri esploratori che, talvolta da lui ispirati, visitarono ambienti ancora sconosciuti.

Sala 7 - Il mondo ritrovato (Cuvier)

La sala prende spunto dalle ricerche compiute dal naturalista Georges Cuvier che per primo ipotizzò come i fossili fossero testimonianze di specie estinte in epoche passate, aprendo così la strada alla paleontologia.

Sala 8  - Il mondo scomparso

Il percorso inizierà con uno spazio dedicato al concetto di fossilizzazione. Al centro della stanza, una postazione a spirale illustrerà i temi delle cinque grandi estinzioni. La ricerca paleontologica/stratigrafica ha individuato le prove dell’esistenza di cinque estinzioni di massa che hanno caratterizzato la storia della Terra (i cosiddetti Big Five). Questi episodi saranno raccontati tramite reperti fossili o calchi.

Sala 9- Le vie della natura (Darwin)

In seguito ai grandi episodi di estinzione i gruppi animali sopravvissuti hanno subito una radiazione evolutiva diversificandosi in un ampio numero di specie. La sala sarà dedicata alla nascita della teoria evolutiva di cui si metteranno in luce gli aspetti principali. Un posto centrale sarà quindi riservato alla figura di Charles Darwin e al suo viaggio intorno al mondo a bordo del brigantino Beagle.

Sala 10 - Le vie dell'uomo

La sala inizierà con una descrizione della comparsa dell’uomo, delle tappe fondamentali della sua evoluzione e della sua espansione sul Pianeta. La narrazione porterà il visitatore a riflettere sull’equilibrio che regola il rapporto tra l’uomo e la natura e su come sia stato alterato profondamente nel corso del tempo. Sarà qui introdotto il concetto di antropocene, ovvero la traccia indelebile che l’umanità ha lasciato sull’ambiente a partire dall’età moderna. La disamina delle tematiche, che continuerà nella sala successiva, prenderà avvio dalle estinzioni animali. Si comincerà con quelle legate all’espansione dell’uomo per arrivare a casi di attualità. Si tratterà a anche il concetto di conservazione della natura conseguente alla presa di coscienza dei problemi ambientali quali i pericoli della cosiddetta ‘sesta estinzione’.

Sala 11 - Le vie del futuro

Con le proprie azioni l’uomo è in grado di alterare profondamente l’ambiente naturale ma allo stesso tempo può trovare soluzioni efficaci per la salvaguardia del pianeta. Si affronteranno dunque, con unità tematiche indipendenti, questioni di ecologia quali i cambiamenti climatici, le invasioni di specie aliene, l’eccessivo sfruttamento delle risorse e la frammentazione degli habitat. Saranno proposte alcune azioni messe in atto dall’uomo per la salvaguardia, la sostenibilità e la tutela della biodiversità.

La storia

Il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pavia vanta una unicità storica e collezioni scientifiche di altissimo valore. Trattandosi di uno dei primi musei di storia naturale sorti in Europa, può annoverare reperti unici per importanza. Nel corso della sua storia, il Museo ha altresì contribuito a dare lustro all’Università di Pavia grazie all’operato scientifico dei suoi direttori, conservatori e studiosi, da Lazzaro Spallanzani e Giovanni Antonio Scopoli a Leopoldo Maggi, a Pietro Pavesi e a Torquato Taramelli. Scopri di più...


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