Milano, Palazzo Reale

Leandro Erlich. Oltre la soglia

22 aprile - 4 ottobre 2023

Dal 22 aprile Palazzo Reale a Milano accoglie per la prima volta in Europa un’ampia monografica di una delle figure di spicco della scena artistica internazionale: Leandro Erlich. Un’occasione per conoscere il lavoro dell’artista argentino attraverso le opere più note ed iconiche. Palazzi in cui ci si arrampica virtualmente, case sradicate e sospese in aria, ascensori che non portano da nessuna parte, scale mobili aggrovigliate come fossero fili di un gomitolo, sculture spiazzanti e surreali, video che sovvertono la normalità: sono tutti elementi che ci raccontano qualcosa di ordinario in un contesto stra-ordinario, per un’esperienza al limite del paradosso, dove nulla è come sembra.

Il mio lavoro funziona come un'esperienza narrativa dispiegata nell'arena pubblica. Costruisco storie visive tratte dalla vita quotidiana che evocano un insieme di circostanze ordinarie, radicate nella realtà e nell'esperienza condivisa, ma che non funzionano come ci si aspetta. Mi piace sviluppare progetti che spingono il pubblico oltre la soglia concettuale e mi piace lavorare con una varietà di media e modalità espressive. Il mio lavoro comprende installazioni, oggetti, sculture, video e persino la pittura. Creo strutture che innescano immagini e idee che, a loro volta, puntano verso nuove realtà. Mi piace considerare questi pezzi come dispositivi relazionali che ispirano l'interazione e il gioco tra gli spettatori. Intendo l'arte come un mezzo per coltivare nuovi approcci alla comprensione del mondo, fisico, mentale, politico, simbolico. (Leandro Erlich)


Come trasformare l'ordinario in straordinario?
Come spostare l'attenzione tra il vedere e il guardare?

Le creazioni di Erlich sono precisi disegni architettonici facendo sì che gli occhi sfidino le nozioni del mondo conosciute dalla mente. La mostra LEANDRO ERLICH. OLTRE LA SOGLIA è la prima mostra retrospettiva dell’artista argentino in Europa, che dopo aver mostrato la propria opera in giro per il mondo, sceglie l’Italia come luogo dove proporre un progetto ambizioso che propone uno spazio ambiguo di contemplazione. La fascinazione nei confronti della sua opera da parte di un ampio pubblico che spazia dai professionisti del settore al pubblico generalista, risiede nella sua necessità di rivolgersi direttamente al pubblico, mettendolo difronte a quesiti, coinvolgendolo attivamente finoa esporlo universalmente.
Attraverso le 18 opere in mostra di Erlich, ci renderemo conto, liberandoci dall'inerzia, dall'abitudine, dalle nozioni preconcette e dall’esperienza ricevuta, che il visibile non è tutto ciò che esiste nella realtà, e sperimenteremo noi stessi, con la nostra nuova visione non offuscata, l'avvento di un nuovo tipo di mondo. Questa proposta di deviazione dall’ordinario stimola nel pubblico interrogativi, trovandosi a dubitare che ciò che vedono sia effettivamente la realtà e si accorgono di quanto l'abitudine inconscia influenzi il loro modo di vedere le cose.

In che modo la sottile linea che separa il reale dal percepibile diventa oggetto del nostro interesse?

Allo spettatore è richiesto un impegno e un'azione partecipativa per svelare ogni opera dato che ogni situazione proposta si materializza solo con la presenza del pubblico. Un’opera di Erlich, suscita come prima reazione un senso di familiarità rispetto al quotidiano, successivamente si invoca un certo dubbio, lo sguardo inizia a concentrarsi e dubitare di ciò che percepisce, generando al contempo un mistero che si avvolge di tensione come quando si è difronte a un fenomeno inspiegabile. Mentre la partecipazione completa l'opera, l'attenzione richiesta dal pubblico rappresenta la materia prima dell'artista.

Ogni opera è un evento che riguarda l'osservazione di piccoli fenomeni banali che, trasferiti nello spazio museale, acquistano una nuova condizione. L'opera riordina il nostro comportamento collettivo, trasforma le nostre abitudini automatiche in momenti di rivelazione, di disagio
di rivelazione, disagio e riorganizzazione. Quando si tratta di comportamenti sociali, Erlich diventa un vero e proprio agente di disturbo.
Con le installazioni di Erlich nei musei di tutto il mondo, emergono strati di possibilità rivelatrici. Il linguaggio dell'interattività, unito alla portata dei social media, permette alla sua azione artistica di espandersi ben oltre le mura delle istituzioni. Erlich presenta immagini esplicite di una condizione attuale esortando così il visitatore a riconoscere il proprio squilibrio, l'esclusione e l'auto fascinazione.

Classroom, opera creata nel 2017, ne rappresenta un ottimo esempio: la metafora di un'aula piena di riflessi spettrali di visitatori è sostituita dall'immagine di un’aula vuota, forse a causa dell'apprendimento a distanza durante la pandemia, che ha avuto un impatto su un'intera generazione. L'aula si trasforma da rito nostalgico a trauma latente.
Ogni opera di Leandro Erlich è da leggersi come una finestra sul mondo sensibile al nostro sguardo, che invece di trarci in inganno svela il paesaggio che ognuno custodisce nel proprio sé.




Dove

Palazzo Reale
Piazza Duomo 12 Milano