La mostra

A cura di Ezio Bassani, Lorenz Homberger, Gigi Pezzoli e Claudia Zevi

Oggi come oggi è quasi impossibile guardare all’arte africana senza essere condizionati dai codici espressivi propri delle avanguardie del '900 (da Picasso a Matisse a Giacometti) che, per prime, ne hanno sottolineato il valore estetico. Tuttavia la sensibilità plastica e decorativa che gli artisti del ‘900 hanno ritrovato nell’arte africana non corrisponde del tutto all’idea che gli africani stessi hanno della propria arte. Essa, infatti, non è semplice rappresentazione o ricerca formale, ma, in qualche modo, s’identifica con il contenuto stesso della rappresentazione. L’artista africano tradizionale non copia la realtà visibile ma la reinventa creando ogni volta nuovi modelli con cui rappresentarla. 

Lungo 7 sale, con oltre 200 opere esposte, il visitatore compie un itinerario che da un lato spiega come alcuni tra i più celebri e monumentali capolavori dell’arte africana siano stati letti e reinterpretati dalla cultura occidentale.

Le prime due sale illustrano, infatti, come i cosiddetti “selvaggi” produssero un'arte capace di parlare ai grandi maestri delle avanguardie e come l'arte africana fosse in realtà conosciuta e ricercata da secoli entrando a far parte delle collezioni delle maggiori corti europee fin dal Cinquecento. Dall’altro, invece, i manufatti esposti sono inseriti nel complesso sistema di credenze e di regole a fondamento della cultura africana, in cui il segno espressivo è spesso un’alternativa e un sostituto valido alla parola scritta. Una cultura in cui l’arte del vivere si esprime in modo ricco e multiforme, trasformando le opere d’arte in simboli e tracce significanti della propria storia e della propria civiltà. 

Il visitatore potrà quindi viaggiare all’interno dei tre momenti fondamentali della religiosità africana: il culto degli antenati, i sacrifici necessari a placare gli ineffabili demoni che minacciano la vita degli uomini e degli animali e la divinazione che interroga gli spiriti della terra e del vento.

Il percorso espositivo prosegue narrando la grandezza degli antichi regni africani, la ricchezza e il potere dei suoi re, per poi passare ad affrontare il tema degli oggetti d'uso quotidiano, anch’essi parte del discorso ininterrotto che lega gli esseri della natura.  
La mostra si conclude infine con una sala interamente dedicata al tema delle maschere, strumenti attraverso i quali l’individuo entra in contatto con gli spiriti e, attraverso la danza, diventa un tutt’uno con essi.

Infoline: 02-54917
Sito: www.mudec.it

L’esposizione è promossa da Comune di Milano-Cultura e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 Ore, che ne è anche il produttore.

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